<<MARIO BARBIERI>>
SEDE NAZIONALE
ASSOCIAZIONE FAMIGLIE ESPOSTI AMIANTO ONLUS
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Santo Stefano di
Magra, lì 12 Febbraio 2014
Prot.n. 0014/PA/INAIL
Oggetto: Certificazioni INAIL di “esposizione
all’amianto” del Personale della Marina Militare in congedo e Personale
Civile in quiescenza._
Riferimenti:
- Lettera INAIL - Direzione Centrale Prestazioni – Ufficio III – Prot. n.60002.02/12/2008.0010467.
- Relazione Direzione Generale CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) – n. rif. 241-14949 PAR in data 23 Settembre 2013.
- Lettera Direzione Centrale Prestazioni – Firma Dottor L. Sorrentini.
- Sentenza n. 199/2012 della Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Regione Abruzzo._°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°AlMINISTERO DELLA DIFESASEGRETARIATO GENERALE PER LA DIFESA1° RepartoVia XX Settembre, n.12300187 - ROMADIREZIONE GENERALE PERSOMILGruppo Di Lavoro AmiantoViale dell’Esercito, n.18600143 - ROMADIREZIONE GENERALE PERSOCIVV° Reparto – 13^ DivisioneViale dell’Università, n.400186 - ROMADirezione Generale INAILPiazzale Giulio Pastore, n.600144 - ROMAE, p.c.PROCURA della REPUBBLICA di PADOVASostituto ProcuratoreDottor SERGIO DININuovo Palazzo del TribunaleVia Nicolò Tommaseo, n.5535131 - PADOVAStudio Legale MONTANARIAvvocato Simonetta MONTANARIPiazza G.Verdi, n.1919123 - La Spezia°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°L’Associazione Famiglie Esposti Amianto Onlus (A.F.E.A. Onlus) è stata fondata da Ufficiali e Sottufficiali (in congedo) della Marina Militare e da Tecnici Civili del Comparto Difesa che, nella sola Sede Nazionale di La Spezia, conta alcune centinaia di Soci. Per tale motivo la problematica delle “Certificazioni INAIL” relativamente all’esposizione all’amianto, è seguita con attenzione in quanto nella certificazione stessa trova luogo il “riconoscimento dei benefici” dettati dall’applicazione dell’ex art. 47 e, nello specifico, l’art.13 – comma 8 – legge 257/92 e successive modifiche.L’Associazione, avendo ricevuto formale “delega” dagli Associati, è autorizzata con pieno diritto a seguire l’iter burocratico e, di conseguenza, il monitoraggio delle istanze presentate nel termine della data ultima utile del 15 giugno 2005. Su tale data ci sarebbe molto da dibattere in quanto riteniamo che un “Diritto Acquisito” non possa essere cancellato da un termine temporale in quanto palesemente anticostituzionale. Ma non è questo il motivo della presente. Veniamo al punto: Stiamo ricevendo comunicazioni dai nostri Associati circa il NON accoglimento della certificazione di esposizione all’amianto da parte delle varie Sedi INAIL. In altri termini, pur sussistendo il diritto al riconoscimento, dimostrato dal rilascio del Curriculum Lavorativo rilasciato dal Ministero della Difesa, l’INAIL emette certificazione “negativa” con la seguente motivazione: ………si dichiara che presso “MINISTERO DELLA DIFESA – MARINA MILITARE” il dipendente sig. (nome e cognome) non è stato esposto all’amianto nella misura prevista dalla legge.Questa motivazione, al di là di ogni altra considerazione, risulta incomprensibile per usare un eufemismo, e priva di ogni fondamento. E’ di scontata certezza che se il Personale fosse stato destinato ad assolvere le proprie mansioni in un MINISTERO anziché essere comandato all’imbarco sulle navi della Marina, difficilmente avrebbe corso il rischio di essere esposto alle infauste polveri d’amianto. Così come il Personale Civile operante negli Arsenali M.M. non sarebbe stato sicuramente contaminato qualora non avesse avuto l’obbligo di provvedere alle manutenzioni di bordo in occasione di “Grandi Lavori di Manutenzione” ovvero di “Trasformazione” ove si operava in ambiente altamente contaminato e senza alcuna protezione, individuale o collettiva, delle vie respiratorie. Da qui la causa certa escatenante delle centinaia di decessi che si sono avuti negli ultimi anni, coinvolgendo il Personale Militare e Civile. L’INAIL/CONTARP, per sua stessa ammissione, non ha mai avuto l’autorizzazione a recarsi a bordo di Unità Navali onde procedere al campionamento della qualità e salubrità dell’aria.Ovviamente comprendiamo, pur non giustificandolo, l’operato delle varie sedi INAIL che NON hanno i requisiti e NON posseggono le essenziali conoscenze tecniche e storiche per giudicare, nel senso pieno del termine, se un Dipendente della Difesa sia stato ovvero non sia stato “esposto all’amianto”. Questa affermazione trova legittima giustificazione nella lettera INAIL – Direzione Centrale Prestazioni – in rif. 1) che si allega in copia, la quale recita testualmente:“……..Procedura, questa, che si presenta da subito alquanto complessa e difficoltosa, poiché questo Istituto non possiede alcuna informazione specifica sui mestieri e sulle attività svolte nei siti militari e nelle unità della Marina Militare, diversamente dagli stabilimenti dell’industria privata, che sono stati sino ad oggi oggetto di simili indagini…….”.“Non possiede alcuna informazione specifica”. Una frase che la dice lunga in fatto di abilitazione alla certificazione sulle esposizioni all’amianto nell’ambito del Comparto Difesa e, ancor più incisiva, è la data di questa ammissione in quanto la lettera che la riporta è datata 02 Dicembre 2008. Quindi, quanto eventualmente acquisito, è successivo a tale data e, quindi, l’INAIL non era assolutamente a conoscenza della qualità della vita a bordo di navi come, e citiamo a titolo di esempio, la Classe Cigno, la Classe Bergamini oppure di navi cedute dalla US Navy come il Pietro Cavezzale, l’Altair o ancora, l’Andromeda, solo per citarne alcune. Navi fatte d’amianto e, chi vi scrive, è stato “protagonista e testimone” di quell’epoca. Parliamo degli anni 60’, 70’, 80’ etc.Allora è lecito chiedersi: <su quali parametri, ovvero informazioni, si è basata l’INAIL per decretare l’esposizione ovvero la non esposizione all’amianto di un Dipendente, sia esso Militare o Civile, nell’espletamento delle proprie mansioni lavorative?>Crediamo di avere la giusta risposta: La Relazione Tecnica CONTARP redatta in data 23 Settembre 2013 – Rif. 2). Quindi l’INAIL, chiamata a certificare, non ha le prerogative tecnico/conoscitive nel 2008 ma, in soli 5(cinque) anni, tramite CONTARP, diviene un “edotto istituto” che sa tutto su ciò che, nell’ambito Marina Militare, avveniva nelle lavorazioni, manutenzioni e trasformazioni. E sa tutto su ciò che avveniva in navigazione, sulle riparazioni in emergenza, sugli incendi, sulle falle, e sull’applicazione della normativa in fatto di sicurezza per la “tutela della salute dei lavoratori militari a bordo delle navi militari”. Nulla di tutto ciò. Trattasi di una relazione puramente teorica, basata con buona probabilità su informazioni estrapolate da documenti altrettanto teorici. E’ sufficiente leggerla per capire la obbiettività di quanto affermiamo. D’altronde, a distanza di ben 40 e più anni dai fatti, come avrebbe potuto l’INAIL determinare le condizioni di vita, di lavoro e di sicurezza dell’epoca a bordo delle navi? Come avrebbe potuto ricostruirle se non basandosi sulle informazioni provenienti da ambienti che hanno tutto l’interesse a NON riconoscere i Diritti Acquisiti dagli Esposti all’amianto?Si comprende, in ogni caso, quali e quante difficoltà debba aver fronteggiato l’INAIL nella determinazione dei parametri da adottare onde poter certificare gli Esposti. E’, comunque, nostra convinzione che, tentando di superare l’ostacolo, l’INAIL abbia seguito le indicazioni del Ministero della Difesa stesso, non potendo procedere altrimenti. E qui sta il “bandolo” della matassa. Qui si è creato “l’equivoco”. Difatti risulta incomprensibile come l’INAIL possa procedere alla “CERTIFICAZIONE NEGATIVA” di un Dipendente, sia esso Militare che Civile, già riconosciuto in sede Medico/Legale come “Affetto da Patologia Asbestosica” e per il quale si da corso alla pratica di riconoscimento dello status di “Vittima del Dovere”, “Causa di Servizio” etc….Come risulta altresì incomprensibile il blocco alle certificazioni alla data del 31 Dicembre 1995, come dichiarato nella “Lettera della Direzione Centrale Prestazioni” a firma del Direttore Centrale Dottor Luigi SORRENTINI (lettera priva di data che si allega in copia rif. 3) che recita:“……..In questa valutazione generale, a cui non è consentito un maggior grado di dettaglio con i dati finora acquisiti, un apprezzamento complessivo delle situazioni in cui versavano le Unità Navali e l’inizio delle operazioni di bonifica sono gli elementi che potrebbero ragionevolmente fissare il limite temporale dell’esposizione qualificata, oltre il quale non si esclude il persistere di una generica esposizione per il personale imbarcato che però non supera più i livelli utili ai fini pensionistici (100 FF/L come valore medio nell’anno nel turno lavorativo).Pertanto, considerazioni in merito alla diminuita presenza di amianto, la conseguente riduzione di tempi di lavorazione e frequenza delle attività a rischio durante la navigazione e per tutti gli altri elementi di giudizio sopra analizzati e valutati, si ritiene che il periodo di esposizione qualificata, per le categorie e sulle unità navali prima individuate, non possa estendersi oltre il 31/12/1995”.In relazione allo stralcio di cui sopra si richiama l’attenzione delle Autorità in indirizzo alla sentenza n.199/2012 della Corte dei Conti - Sezione Giurisdizionale per la Regione Abruzzo. E’ bene chiarire qui che, a nostro opinabile parere, non vi è nulla di “ragionevole”, nell’affermare che la data del 13/12/1995 segni la fine dell’esposizione qualificata all’amianto. Al contrario, è ben conosciuta la situazione del naviglio militare intesa come massiccia presenza di amianto che si è protratta fino a tempi recenti e che tutt’ora esiste. Tale affermazione è veritiera e suffragata da una recentissima intervista del Comandante Enrico PACIONI, Capo Ufficio Stampa del Capo di Stato Maggiore della Marina, rilasciata a “Metronews” della quale si riporta.uno.stralcio.visibile.in.rete.al.link: http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=10771Domanda della giornalista Stefania Divertito:“Ci giunge notizia di numerose navi in esercizio o ferme in disarmo che contengono ancora amianto: è possibile ipotizzare una bonifica..totale? …………………..
Risposta: “Dopo la legge per la messa al bando sono state emanate disposizioni per le bonifiche. Abbiamo mappato l'amianto presente, pianificato bonifiche, effettuato campagne di monitoraggio. I materiali contenenti amianto sono stati messi in sicurezza secondo le prescrizioni di legge. Le attività di bonifica proseguono secondo una programmazione effettuata sulla base delle disponibilità finanziarie. Ma il piano è tuttora nel pieno della sua fase esecutiva. A oggi sono stati spesi 31,5 milioni di euro che hanno permesso di rimuovere l'amianto completamente sul 29% e parzialmente sul 54% delle 148 navi contaminate. Ma se il minerale è ancora presente, è incapsulato e reso innocuo. Sulle navi in dismissione il nostro impegno è garantire l'assenza di situazioni di pericolo. La Marina è vicina ai suoi uomini e non tace.”
Tale intervista risale al 14 Dicembre
2012. Parziale bonifica sul 54% delle 148 navi contaminate. Come dire che oltre
70 navi operative navigano ancora con “presenza” di amianto a bordo. Un dato
sconfortante a 20 anni dalla messa al bando dell’uso dell’amianto. Ma tant’è!
Addirittura si ha notizia
che contratti di Nuove Costruzioni firmati dalle Autorità Militari competenti
nell’anno 1995 (a tre anni dall’entrata in vigore della Legge 257/92)
prevedevano ancora l’uso di amianto in larga misura a bordo delle nuove Unità
Navali. Abbiamo prova documentale di quanto qui si afferma. Comunque facilmente
reperibile presso Fincantieri.
Le “considerazioni”,
riprodotte nella presente, la citata
“Relazione CONTARP”in rif. 2) che usa
termini come “verosimilmente” oppure “assimilabili” o, ancora, “metodologie” tecnico/lavorative,
usate a bordo delle navi della Marina Mercantile riconducibili ai “protocolli
manutentivi” eseguiti nella Marina Militare, appare un grossolano tentativo di distorcere
quella che è stata la realtà lavorativa del Personale Militare/Civile di quegli
anni. Spiace usare tale verbo ma quando si tratta della vita di migliaia di
“lavoratori con le stellette” o senza esse, non si possono usare altri termini:
E’ necessario parlar chiaro!!! Perché, se non lo si fa, si continua a gettare
“fango e discredito” su un periodo storico, altamente significativo, dal punto
di vista evolutivo, della nostra Marina Militare. E’ doveroso auspicare che
l’Amministrazione
Militare fronteggi la realtà dei fatti assumendosene la piena responsabilità
riconoscendo gli errori, che ci sono stati, e tutelando il Personale ora per allora
quando, con la non applicazione della normativa di sicurezza esistente,
specifica, a tutela della salute del personale imbarcato, si sono provocate
dolorose vicende umane che sono indimenticabili. E, per tornare alla CONTARP
che asserisce di riconoscere solo alcune specifiche categorie (Meccanici,
Motoristi, Elettricisti e Sommergibilisti) per l’eventuale certificazione di
esposizione all’amianto, vogliamo qui citare il caso del Comandante Capitano di
Vascello Pilota Michele SCORCIA, deceduto nel novembre 2013 all’età di 70 anni
a causa di “mesotelioma pleurico” contratto per la lunga esposizione
all’amianto oppure il caso di un nostro Associato (del quale non riveliamo il
nome per questioni di privacy) che dopo solo 7(sette) anni di imbarco (Nave
Canopo) lasciò la Marina andando in congedo. Oggi è portatore di “mesotelioma
pleurico” riconducibile a quegli anni di esposizione all’amianto. Questi due
casi sono in netto contrasto con la relazione CONTARP che afferma tutt’altro.
Potremmo citarne molti, molti altri ma non sta qui la logica di quanto vogliamo
trasmettere con la presente.
Non accetteremo
che, dopo il danno subito, gli ex Dipendenti Militari e Civili della Difesa abbiano
a subire anche la “beffa” di un sistema montato ad arte al fine di NON riconoscerne
il “diritto acquisito” derivante dall’esposizione all’amianto. Ricorreremo,
qualora necessario, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Auspichiamo, dalle Autorità in indirizzo, una maggiore
considerazione e sensibilità verso Persone che hanno dato tutto ciò che era in
loro potere nell’espletamento delle proprie funzioni di servizio.
In attesa di
cortese riscontro alla presente, porgiamo distinti saluti.
A.F.E.A. Onlus
IL PRESIDENTE NAZIONALE
SERARCANGELI PIETRO
ELICOTTERI ALL'AMIANTO
RispondiEliminaDECINE DI AMMIAGLI IN MARINA INDAGATI A PADOVA PER DISASTRO PER LA MORTE DI NUMEROSI MARINAI ;
12 MANAGER DELL'AUGUSTA WESTALND INDAGATI PER LO STESSO MOTIVO DAL PM GUARINIELLO A TORINO;
LA TRASMISSIONE REPORT RENDE NOTO LA PRESENZA ANCORA DI AMIANTO E ANCHE LA GDF LO AMMETTE CON UN COLONELLO INTERVISTATO NELLA STESSA TRASMISSIONE;
INVECE ....VIENE PROCESSATO (TRIBUNALE MILITARE DI NAPOLI) UN MARESCIALLO DELLA GDF , CHE HA LAVORATO PER 25 ANNI SUGLI ELICOTTERI CON AMIANTO, PER AVER DISPERSO AMIANTO SUI POSTI DI LAVORO......
NON E' CHE L'AMIANTO LO AVESSE IMPORTATO QUESTO MARESCIALLO?