mercoledì 30 dicembre 2009

Un grande campione di sci..... Zeno Colò



Salve cari amici,
vi domanderete cosa centra Zeno Colò con un blog chiamato "combatto per i deboli". Vero fino a un certo punto. Non centra proprio nulla ma potrebbe entrarci, per qualche verso. Zeno era un Uomo forte, vigoroso, potente come solo un Campione genuino può esserlo. Ma, al contrario di quello che si è portati a pensare, Zeno è stato, nel corso della Sua vita, un perseguitato. Quindi un "debole" sotto certi aspetti. Credetemi, è la verità. Zeno era, nella Sua epoca, il più forte sciatore in assoluto. Specialista in tutte le discipline, Lui non aveva esitazioni. Più ardua era l'impresa e più la gara lo attirava. Era un Campione puro dotato di una potenza fisica eccezionale e che, non avendo praticamente rivali in quel tempo, dava fastidio. Nel senso che all'inizio di ogni gara il risultato era scontato. Zeno era quasi sempre il vincitore. Bisognava trovare il mezzo per "toglierlo" di torno. Una nota casa di articoli sportivi Gli chiese se poteva dare il Suo nome ad una serie di giacche a vento. Zeno non ci trovò nulla di male e acconsentì (senza percepire una lira di compenso). Così la nota casa (della quale ometto il nome per ovvi motivi) lanciò sul mercato la giacca a vento "serie Zeno Colò". Quale migliore occasione! La FISI non aspettava altro. Accusò Zeno di "professionismo" e lo squalificò dalle competizioni. Pensate che colpo per Colò: era reduce dalla vittoria dei campionati del mondo del 1950 (due oro e un argento)ad Aspen- Colorado- Usa e dalle Olimpiadi del 1952 ad Oslo - Norvegia dove vinse la medaglia d'oro nella discesa olimpica. Zeno non poteva credere a quello che gli stava accadendo. Si ritirò all'Abetone, Suo paese natale che adorava e riprese la Sua vita fatta di cose semplici, come era egli stesso. Nel 1954 partecipò come apripista ai mondiali di Are e il Suo tempo fu il secondo migliore assoluto. Nel 1956 partecipò alle Olimpiadi di Cortina come semplice tedoforo. Zeno cercò in tutti i modi la riabilitazione da parte della FISI ma ogni tentativo fallì, nonostante le proteste dell'opinione pubblica italiana. Finita la Sua carriera agonistica Colò si dedico all'attività di maestro di sci e al Suo amato Abetone. Si adoperò per lo sviluppo del comprensorio sportivo tracciando nuove piste e per la costruzione del più grande impianto di risalita dell'Abetone. La famosa "ovovia" per la quale fu, ingiustamente, sottoposto a processo per una denuncia di "Italia Nostra" e per la quale subì due processi dai quali usci comunque a testa alta. Io ho conosciuto personalmente e profondamente Zeno Colò e, vi posso assicurare che, oltre ad essere un Campione nello sport, lo era molto di più nella vita. Zeno era l'onestà fatta persona. Dotato di una naturale semplicità d'animo, non ha mai anteposto o tratto vantaggio dai suoi meriti sportivi, Zeno Colò era un UOMO VERO. Un mito al quale fare riferimento sempre e dal quale trarre insegnamento. Zeno scomparve il 12 maggio del 1993 per un male incurabile. Oggi riposa nel cimitero dell'Abetone in una semplicissima tomba (vedi foto). Ripeto, ho avuto l'onore, il grande onore di conoscerlo e Lui ha saputo insegnarmi non lo sci ma qualcosa di molto più importante: il vero senso dell'essere umano, il vero senso della vita. E, per tale motivo, a tanti anni dalla Sua morte, io lo ringrazio infinitamente del dono che mi ha fatto. Grazie Zeno, grazie Campione nello sport e nella vita! Grazie.
Pietro Serarcangeli

domenica 8 novembre 2009

Un po più di serietà non guasterebbe...........

Salve cari amici,
il mio ultimo scritto risale al giugno di quest'anno. Ho avuto dei problemi, purtroppo anche di salute e, così, ho trascurato il blog.In questo periodo ho avuto anche modo di riflettere su tante cose e su tanti eventi che, purtroppo, si sono verificati. Naturalmente eventi tristi, nefasti e mi riferisco ai nostri sei ragazzi della Folgore morti nell'adempimento del loro dovere. Capisco che si possa non essere d'accordo sulla politica e lo scopo di certe missioni definite "di pace". Ciò comunque non toglie valore e importanza al lavoro di questi ragazzi che, a mio modesto avviso, devono essere onorati e ricordati per il loro supremo sacrificio. Ultimamente ho assistito a tanti dibattiti circa la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche. Mi chiedo: ma con tutti i problemi che abbiamo in questo paese ci dobbiamo occupare del Crocefisso? Possibile che certa gente non ha altro a cui pensare? Vedete, per ragioni di lavoro ho avuto occasione di girare il mondo in lungo e largo. Dove mi sono recato ho sempre rispettato le leggi e le tradizioni del luogo. E mi riferisco ai paesi arabi in particolare. Sarebbe opportuno che chi è ospite di questo nostro Paese impari a fare altrettanto. Il Crocefisso rappresenta, per noi Italiani (credo la maggioranza)più che un simbolo puramente religioso, una tradizione. Quante volte quando andavo a scuola mi ritrovao a fissare quel corpo appeso a quella croce e magari chiedevo aiuto perchè dovevo essere interrogato. Certo è che non mi ha mai dato fastidio. Che problema puo creare per qulcuno? E' veramente incredibile ciò che si sta verificando! Pensiamo ai problemi seri, quelli veri.... e lasciamo stare Gesù che ne ha già passate troppe.
Ciao amici, a presto.
Pietro Serarcangeli

domenica 21 giugno 2009

Il mio pensiero per i bambini.........

Non è cosa da poco "essere" bambini oggi. I tempi sono cambiati (in peggio) e i genitori anche, in modo negativo, fatte salve, come al solito, le dovute eccezioni. Il bambino oggi è esposto a mille pericoli, molto più che in passato. Di solito i genitori lavorano entrambi e, solitamente, i piccoli vengono sballottati da un posto all'altro, nella migliore delle ipotesi, affidati a nonni o surrogati tali. Nel frattempo i più fortunati riescono a crescere ma in che modo? Mi riferisco all'aspetto psicologico. Sappiamo tutti quanto sia importante l'esempio più che la parola per questi piccoli esseri affidati alle nostre cure. E' fondamentale non confonderli, non adottare sistemi educativi molto diversi tra loro. Se una certa cosa non può essere permessa tutti gli affidatari devono adeguarsi. Pena la confusione mentale dei piccoli. Purtroppo il nostro sistema di vita, profondamente sbagliato, mette a repentaglio l'equilibrio psichico dei piccoli futuri adulti. I tempi ristretti che ci costringono ad agire in modo frettoloso, isterico anche quando potremmo farne a meno, fanno si che il nostro stato d'animo si ripercuota, in maniera infallibile, sui nostri piccoli. Dovremmo fare uno sforzo assolutamente necessario: cercare di rallentare i nostri ritmi e dedicarci, con più calma, a loro che rappresentano il futuro! E non sarà un futuro facile sotto tutti gli aspetti: lasceremo a questi piccoli un pianeta sull'orlo del collasso ambientale. Gli esperti non si sbilanciano ma, qualcuno più coraggioso, si è lasciato andare a qualche "esternazione" in più che non promette nulla di buono. Quindi cerchiamo di crescerli in modo equilibrato, con l'esempio e cercando di far loro capire i principi fondamentali che occorrono per "vivere" in una società "civile" nel senso più profondo del termine. Dobbiamo tornare sui nostri passi e, umilmente, rivedere il nostro modo di essere. Cerchiamo di rivalutare il "prossimo", cerchiamo di ricordare sempre che "ci sono anche gli altri", cerchiamo di rispettarci reciprocamente! In una società migliore crescono figli "migliori". Ne va dell'esistenza delle generazioni future. A presto
Pietro Serarcangeli

venerdì 12 giugno 2009

Un pensiero per i Nativi Americani........

Sono sempre stato affascinato dagli indiani: Forse perchè, da piccolo, guardavo estasiato i film western dove i cattivi (gli indiani) soccombevano e i buoni (i bianchi) vincevano sempre. La vita mi ha poi fatto capire che la verità stava proprio dall'altra parte! Diametralmente opposta! Durante la mia permanenza negli USA ho letto molto su di loro. Addirittura sono andato a ricercare dei "Trattati di Pace" in originale. In America lo puoi fare, le grandi librerie pubbliche sono organizzatissime. Sono andato a vedere alcune riserve indiane e,devo dire, non è stato un bello spettacolo. In genere una riserva indiana, fatte salve le dovute eccezioni, è composta di qualche traballante baracca in zone dove "l'uomo bianco" non ha voluto vivere e gli indiani, quelli che ci sono rimasti, son abbruttiti dall'alcool, dalla droga e dall'inedia. Proprio quello che l'uomo bianco desiderava: l'autodistruzione di un popolo, senza fatica! Hitler nella sua pazzia ha dovuto "faticare" molto di più per tentare di sterminare il popolo ebraico, con la complicità di tanti "buonisti democratici". Ma questo è un altro argomento. Così, tornando ai pellirosse, popolo fiero e senza macchia che aveva il concetto della "Madre Terra" così come dovrebbe essere per ognuno di noi (e tanti di noi si definiscono "ambientalisti, ecologisti, protettori della natura" etc...)sono, a poco a poco, caduti nella rete del conquistatore bianco. Cosa hanno dovuto subire! Sono stati umiliati, derisi, deturpati nell'anima e nel fisico, presi in giro mille e mille volte perchè mille e mille volte hanno avuto fiducia nei loro carnefici! Ho conosciuto alcuni di loro che hanno avuto la forza di reagire e di adattarsi, giocoforza, alle "regole" dei bianchi! Hanno studiato, si sono laureati, hanno combattuto in Wietnam con onore ma, tutto ha un prezzo, si sono trasformati. Non sono più gli "Indiani d'America"! La "Madre Terra" è diventata per loro quello che è per noi: una pattumiera! L'uomo bianco con il suo veleno "progresso" ha saputo distruggere tutto ciò con cui è venuto e verrà a contatto! E non è finita, negli anni a venire ne vedremo delle belle: basti pensare alle banchise polari che si stanno sciogliendo! Ma la mia ignoranza non mi consente di approfondire questo argomento. Chi vivrà vedrà! ONORE, GRANDE ONORE AGLI INDIANI D'AMERICA!

sabato 6 giugno 2009

Trasmettere il proprio pensiero........

Può essere veramente difficile o, perlomeno, complicato farsi veramente capire. A volte mi trovo a conversare con persone, anche di buona cultura, che, a causa di quello che dico, mi osservano con un espressione quasi sorpresa, direi interrogativa. Come se parlassi di temi strani, di cose provenienti da altri mondi e, per questo, poco o per nulla comprensibili. Come dire, io parlo "ostrogoto" e "tu" che mi ascolti non riesci a capire nulla. Possibile? Voglio dire, parlo di cose talmente semplici, logiche, direi scontate che nessuno dovrebbe assumere quell'aria ebete ed interrogativa. A volte mi domando in che mondo vivo! Non riesco a metabolizzare tali atteggiamenti! Che sia io il problema? Vedo ciò che non esiste? Eppure le prove di quel che dico, degli argomenti che tratto, ci sono tutte. Se non altro per le mie esperienze dirette! E sono tante! Ho conosciuto migliaia di persone nella mia vita. A causa del mio lavoro (e non solo da ex sottufficiale di marina) ho girato tre quarti di mondo. Ho viaggiato in tutti i paesi arabi, in Canada, in Brasile, in Groellandia, in Francia, Spagna e ho vissuto parecchi anni negli USA. Quindi, quando ho occasione di conoscere una persona mi accade di metterne rapidamente a fuoco la personalità, capire di che "pasta" è fatta. In altre parole, "soppeso" l'individuo e, devo dire che, modestamente, difficilmente mi trovo in errore. Tutto ciò per sottolineare che noto, rispetto al passato, tanta superficialità nelle persone. Magari ostentano un interessamento per una certa problematica sociale, poi, quando vai a verificare se realmente c'è del vero, ti accorgi che non c'è gran che. Aria fritta! La dottrina dell'apparire, del "sembrare"! L'importante che "la gente" pensi di te quello che tu vuoi essere. Poi se non c'è nulla di vero, cosa importa? E' veramente uno schifo! Mi dissocio in pieno da questo modo di essere! E quando certi tipi di persone si trovano davanti uno come il sottoscritto, lo guardano di traverso, lo prendono per pazzo o giù di li! Quando cerco di esporre fatti come la "salvaguardia dei diritti umani" a tutti i livelli oppure quando parlo di persone che lucrano sulla pelle dei più deboli o, ancora, quando parlo di "rispetto" di "onestà" di "senso del dovere" istantaneamente vengo isolato, o perlomeno, questa è la mia impressione! Dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere! Dobbiamo dare importanza a certi "valori" che si sono perduti! Questa sarà, in parte, la salvezza delle future generazioni!

domenica 31 maggio 2009

Quando il passato ti condiziona la vita...........

Cerco conforto, forse una mano tesa che non troverò mai, questo lo so. Ma si vive anche di sogni, di illusioni, di speranze.......Non avrei dovuto partecipare al convegno dell'Associazione Italiana Esposti Amianto, no, non avrei proprio dovuto! Ma sono un testone di natura, è nel mio DNA! Cosa posso farci! Mi sto accorgendo, per ogni giorno che passa, che una parte del mio cervello si è resa indipendente. Non risponde più a nessun imput, a nessun comando ma, come fosse stato resettato da una forza esterna e avesse assorbito un certo numero di parametri non più modificabili, viaggia per conto suo. E va sempre nella stessa direzione percorrendo sempre la medesima strada. Una strada che ti riporta al passato. E ti tornano alla mente tanti episodi, tanti particolari così spietatamente reali che ti sembra di viverli al momento! E non puoi esimerti perchè non sei tu a decidere! Quella parte del cervello ha deciso così! Bene, ci voleva pure questo! E cos'è, un optional? Un valore aggiunto? E non c'è verso di fermarlo: mi conduce davanti ad una porta che d'improvviso si apre: Non voglio entrare, cerco di reggermi in qualche modo, cerco di resistere ma non posso. Qualcosa mi spinge e così entro. C'è una gran polvere biancastra e vento, tanto vento. Un'odore inconfondibile di morte mi assale e, come se non bastasse, tra la polvere vedo qualcosa muoversi, o qualcuno. Cerco di focalizzare il movimento ma non è facile perchè la polvere mi acceca! La figura si muove verso di me, allunga una mano verso la mia. Cerco di sottrarmi a quella presa ma non posso. Gentilmente, delicatamente mi prende la mano e mi guida attraverso quello spazio. Non distinguo i lineamenti di questa figura. Ma sento che devo andare. Lentamente camminiamo. Ho difficoltà a respirare e mi porto una mano alla bocca. Ad un tratto siamo davanti ad un'altra porta che, al nostro arrivo, si apre. Il contesto cambia. No vento ne polvere e luce, tanta luce. Ma dove siamo! Mi guardo intorno e vedo centinaia di individui riuniti in gruppi scomposti. No, non è possibile, non è vero! Tutti si sono girati verso di me, mi fissano. Io....io li conosco, so chi sono! Guardo la figura accanto a me e rimango di sasso: tu sei.....non riesco a pronunciarne il nome perchè caccio un urlo e.......mi sveglio, matido di sudore! Maledetto incubo! E maledetto il mio cervello! Sono le due del mattino e so che non dormirò più..............

venerdì 29 maggio 2009

Come Vi avevo anticipato..............

Come sapete sono stato gentilmente invitato al convegno "Amianto e Salute - Rapporto 2009" presso il Palazzo Civico di Sarzana. Purtroppo sono rimasto deluso. Sarebbe stato troppo bello se questo convegno fosse stato come avevo auspicato e invece no! La solita scontata cascata di parole condita da una sequela di fredde, sterili immagini di grafici e statistiche delle più svariate regioni a livello nazionale e mondiale (era necessario?) sui casi accertati di mesotelioma polmonare! Gli esperti che si sono succeduti nel prender parola, si sono ben guardati dall'iniziare la manifestazione con dire, ad esempio: Prego, osserviamo un minuto di silenzio per i deceduti a causa dell'amianto, TUTTI, nessuno escluso! E non hanno nemmeno chiesto se, tra i presenti nella sala consiliare del comune di Sarzana, vi fosse qualche esposto all'amianto! Che sensibilità, che delicatezza sarebbe stata! Così, dopo una fugace, frettolosa apparizione del sindaco di Sarzana che lasciava, immediatamente dopo, il luogo "per altri urgenti e inderogabili impegni", la gentile Barbara Fidanza, che sentitamente ringrazio, introduceva il primo ospite. Così prendeva la parola il dottor Pier Aldo Canessa, Direttore di Pneumologia dell'ospedale di Sarzana che, con grande professionalità e con l'aiuto di mezzi informatici, mostrava fotograficamente e con alcuni video, quanto può essere disastroso, devastante e senza speranza il MESOTELIOMA PLEURICO POLMONARE! Ma tante grazie, dottore. Se un barlume di speranza ci fosse stato nelle nostre teste (dico nostre, di NOI ESPOSTI LUNGAMENTE ALL'AMIANTO)lei ha fatto in modo che fosse spazzato via! Ma è meglio così: parlare chiaro una volta per tutte! Non ci sono speranze per chi è colpito dal cancro amianto! E non vanno spesi soldi, tanto non servirebbero a nulla! Lo ha detto anche Lei, caro dottore: è inutile ogni tipo di azione, non c'è terapia! E poi, tra circa dieci anni Lei sarà già in pensione e, quindi, perchè preoccuparsi più di tanto? Soldi non ce ne sono, personale ancor meno e, quindi, se non si fa più di tanto ci sono tutte le giustificazioni!
Evviva! Anche altri interlocutori, mostrando le loro statistiche (peraltro risalenti agli anni novanta) hanno proferito inesattezze: il responsabile C.O.R. della Liguria dottor Valerio Gennaro, dice le sue con l'ausilio delle solite grafico/statistiche e mette al primo posto, quale causa principale dei decessi in Liguria, la cantieristica navale perchè, dice lui, non ha altri dati disponibili. Incredibile! Ma Lei, dottor Gennaro, dove vive? Ha mai sentito parlare della Marina Militare Italiana? Le hanno mai detto che i morti più numerosi per mesotelioma sono gli EX SOTTUFFICIALI MACCHINISTI E MOTORISTI DELLA MARINA? Come è possibile che non lo sappia? Il bello è che il Suo intervento, in scaletta, prevedeva un "presentazione nuovi dati". Non ci posso credere! Passiamo oltre. Prende la parola un certo dottor Edoardo Bai il quale, con grande saccenza, tra una grattatina di testa e l'altra
butta la una battuta spiritosa sul politico del momento (lo fanno tutti, non vedo perchè lui dovrebbe esimersi e poi, visto l'argomento gioioso che si sta dibattendo, ci sta proprio!). Bene, questo signore ci da una notizia confortante: non solo l'esposizione prolungata all'amianto provoca il mesotelioma e tutte le complicanze ad esso correlate, ma, "udite udite", per i più "sfigati" può provocare il cancro alla gola, allo stomaco, ai reni e, infine, meraviglia delle meraviglie, ai coglioni! (si, ho detto "coglioni"). Caro dottor Bai, a nome di tutti gli ex sottufficiali della marina e del gruppo "sfigati" dei quali sono parte e rappresento, io la ringrazio di questa bella notizia! Non c'è altro sul piatto? Che so, una battutina sull'ultima velina che si è accompagnata con un trans oppure....... be, faccia Lei. Tanto con il clima festoso che respiriamo, male non farebbe! Ma della "tutela della salute nei luoghi di lavoro" che dovrebbe essere il Suo "pane" neanche una parola? Ma! Passiamo oltre.
Prende la parola il dottor Rudy Foddis, "medico ambulatorio medicina preventiva lavoro università di Pisa" che porta avanti la solita tiratera di nefaste notizie.
Io non reggo più! Mi brucia la sedia sotto il posteriore! Sono sul punto di alzarmi e urlare ma mi trattengo. Sono un tipo sanguigno, esplosivo e faccio uno sforzo sovrumano per controllarmi! Signori miei ma cosa state dicendo? All'aspetto psicologico di un esposto all'amianto non avete pensato? Non vi siete accorti che qui manca proprio LUI, l'ospite principale? Chi è? Ve lo dico io chi è. E' un esposto all'amianto, ecco chi è. Solo LUI potrebbe trasferirvi gli stati d'animo e dirvi come si vive e come vive chi gli sta attorno, la Sua famiglia! Voi tutti siete lontani anni luce dal problema! Voi, al di là delle Vostre belle statistiche, non sapete nulla degli aspetti più drammatici, delle morti e dei dolori silenti, delle persone meravigliose che ho conosciuto e che, dignitosamente, hanno deciso di andarsene così come hanno vissuto! Con grande dignità! Ma cosa ne sapete Voi dei mesi passati in mare buttati laggiu, nel ventre della nave, inconsapevoli del veleno che ci circondava! Cosa ne sapete Voi delle sofferenze patite e di quelle che stiamo patendo adesso sulla nostra pelle! "Benedici nella cadente notte il riposo del popolo: Benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare!" Sono parole della preghiera del Marinaio.........Ringrazio e saluto la signora Barbara Fidanza responsabile dell'Associazione Italiana Esposti Amianto e, insieme a mia moglie, lascio la sala.

martedì 26 maggio 2009

Un gradito invito.............


Cari amici,
ho ricevuto un gradito invito dall'Associazione Italiana Esposti Amianto, nella persona di Barbara Fidanza, responsabile dell'AIEA di La Spezia che ringrazio, per il dibattito che ha per titolo: Amianto e Salute - Rapporto 2009. Sarò lieto di partecipare anche perchè interverranno vari luminari e specialisti del settore e non solo della Liguria. Devo ammettere che i miei pensieri verso questo tipo di manifestazione non sono del tutto positivi. Mi spiego meglio : ho il timore, come già accaduto in passato, che il dibattimento riguardi solo gli esposti all'amianto dell'ambiente "lavoratori civili" e che, come al solito, i militari o ex tali esposti lungamente all'asbesto siano messi, come al solito, nel dimenticatoio! Comunque noi, militari o ex militari, non discriminiamo nessuno. Siamo e saremo felici se qualcuno trarrà beneficio da queste manifestazioni. Purchè non si riduca tutto ad una semplice chiacchierata fine a se stessa. Se mi sarà data l'opportunità di intervenire, lo farò a nome di tutti noi e non solo. Spero sia presente anche qualche rappresentante militare del Cocer........ci sarà qualcosa di interessante anche per loro. Vi terrò informati sugli sviluppi. Ciao a tutti

domenica 17 maggio 2009

L'ennesima farsa..........

Quando una persona, in questo caso un ministro della Repubblica, pronuncia delle frasi precise che fanno capire a chi ascolta di cosa esattamente si sta parlando e, ancor più, cosa si sta promettendo, ecco, il ministro in questione dovrebbe essere così responsabile e avere la consapevolezza piena delle parole pronunciate che, costi quel che costi, dovrebbe dare, ad esse, un seguito, concretizzarle. In altre parole, mantenere le promesse fatte! Sono sicuro che, al contrario, proprio nel momento che le ha pronunciate ha pensato "sono proprio io quello che, per primo, non ci crede". Perchè, cari amici, in questo nostro Paese si può agire in questo modo! E' uso comune dei nostri politicanti (tutti) riempirsi la bocca di paroloni (e come è possibile, davanti a un folto gruppo di Autorità Militari e ufficiali e sottufficiali dire che non si può fare nulla per loro, per il loro futuro, per le loro famiglie......) altosonanti, magari far credere che si è incazzati proprio con il governo di cui si è parte, magari dire "faremo di tutto perchè è giusto che i vostri diritti siano ....bla.. bla... perchè voi vi siete sacrificati ...bla...bla... perchè coloro che sono deceduti non siano dimenticati e le loro famiglie....bla...bla...bla...." magari facendo la faccia rattristata, corrucciata.. E' si, cari amici, questi sono commedianti nati! Due squilli di tromba, quattro belle parole, strette di mano e saluti ed onori al signor ministro, la fanfara e via, sotto un'altra cerimonia tanto, in Italia, è uso e costume non mantenere ciò che si è dichiarato! Questo è ciò che è successo la scorsa settimana qui, alla Spezia. Promesse, solo promesse come, in passato, se ne sono fatte tante!
Ci prendono in giro sempre e comunque! Come mi piacerebbe essere smentito! Ho ricevuto, in questi ultimi giorni, alcuni scritti di alcune persone che hanno visitato il mio blog. Una di queste persone ha perso il padre deceduto per mesotelioma pleurico (tumore al polmone) il quale era "macchinista" in marina. Sua madre, cioè la moglie del Defunto macchinista, combatte già da anni per avere i giusti riconoscimenti pensionistici che il caso comporta ma, nonostante la Corte dei Conti si sia espressa positivamente, nulla è ancora accaduto! Tutto in alto mare. Queste ingiustizie devono finire, lo Stato Italiano DEVE ASSUMERSI LE SUE RESPONSABILITA'. Noi andremo avanti, non ci fermeremo MAI! Lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo ai nostri Ammalati e, principalmente, ai nostri Defunti. SE NE RICORDI BENE, SIGNOR MINISTRO DELLA DIFESA E MANTENGA LE SUE PROMESSE!

martedì 12 maggio 2009

E torniamo all'amianto.......

Che cosa devo fare? L'unica arma dei semplici (almeno quella legale) è la parola oppure, a volte, lo scritto! Il mio cervello si sta sgretolando. Lo sto torturando cercando, forse inutilmente, di trasmettere il perchè del mio pensiero ad altri! A coloro che mi hanno messo in questa situazione. Di disagio, profondo disagio perchè la mia vita è cambiata! E i miei cari ne fanno le spese. Cosa devo fare? Quale potrebbe essere la soluzione? Quale colpa ho di tutto questo? E' mai possibile che nessuno si senta responsabile, nessuno tenti di dare aiuto cercando di pulirsi un poco la coscienza? Esattamente il contrario! Quella banda di incapaci gallonati, di avventurieri mercenari buoni a nulla hanno saputo solo andarsi a nascondere nei loro uffici, più o meno altolocati! E oggi si sentono appagati, tranquilli, sicuri perchè c'è qualcuno che gli sta proteggendo il "posteriore"! Lo avete letto il disegno di legge di un nostro senatore (ometto il nome perchè non voglio procurargli pubblicità gratuita) presentato il 26 settembre del 2008? Disegno di legge n. 1058 - 16° legislatura. E' un piacere leggerlo! L'art. 5 parla di "NON PUNIBILITA'" dei responsabili, cioè di coloro che, in barba a tutte le norme, hanno continuato ad imbottire d'amianto le navi militari in ogni dove! L'art. 6 dice "ESONERO DI RESPONSABILITA' A FAVORE DELL'AMMINISTRAZIONE"! E certo, come poteva essere altrimenti! Poi il contentino di indennizzi a favore dei colpiti d'amianto etc... Però, come dire, i morti so' morti, che ce frega! Pensamo a li vivi! E nun rompemo le palle all'assassini!!!! Evviva l'Italia, paese giusto e democratico! Vi dovete VERGOGNARE! Avete messo a repentaglio la vita e la salute di centinaia di migliaia di persone e ora vorreste far finire tutto a tarallucci e vino! Ma ve lo potete scordare! Se in Italia non esiste più lo "Stato di Diritto", esiste in Europa! La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha già condannato lo Stato Italiano più volte per la NON APPLICAZIONE DELLE LEGGI! Perciò lo farà anche questa volta. I responsabili vanno perseguiti, costi quel che costi. Non devono avere pace! Quando inizierà il processo ai responsabili saremo migliaia a presentarci come "parte lesa" e voglio vedere chi la spunterà! Assassini sono assassini! Avete fatto diventare orfani centinaia di bambini e vedove centinaia di donne. In altre parole, avete rovinato la vita a centinaia di famiglie! NON POTETE PASSARLA LISCIA, NON CI RIUSCIRETE! Dovete pagare per tutte le notti che passo ad occhi aperti pensando che, forse, l'anno prossimo non sarò più di questo mondo! Dovete pagare per i pensieri macabri che mi affollano la mente, che non mi mollano mai! Anche voi non dovete dormire, come me e come tanti altri! E pagherete specialmente per quelli che oggi non ci sono più e che gridano, inascoltati, VOGLIAMO GIUSTIZIA!

lunedì 11 maggio 2009

Proteggiamo chi non può difendersi...........

Quando sul piccolo schermo si organizzano dibattiti su temi toccanti, che provocano senzazioni forti nello spettatore, qual'è il fine? Ci siamo mai chiesti perchè si fanno questo tipo di trasmissioni? Specie quando c'è in ballo un omicidio che ha fatto scalpore, che ha riguardato un minore, magari un bambino! Qual'è lo scopo? Quello di far si che il legislatore studi l'ennesima legge che poi, sistematicamente, non viene fatta rispettare oppure ottenere, in corso di trasmissione, un'odience più vasta e, quindi, alzare il prezzo degli spots publicitari? Voi che leggete, cosa ne pensate! C'è veramente interesse per i problemi delle persone indifese, per i diritti dei bimbi, per migliorare la vita di chi, meno fortunato, è portatore di un handicap oppure lo scopo è meschinamente trarre profitto dalle situazioni più aberranti? Non voglio accettare il pensiero che, per la nostra società, sia più importante il GF (non lo voglio scrivere) oppure un qualsiasi altro "reality", questo cancro che si sta impadronendo delle menti dei nostri giovani e non solo. Ho la suocera che sta incollata alla tv 24 ore al giorno! E' diventata un'altra persona! Possibile che dentro di noi non ci sia più spazio per sentimenti di solidarietà e comprensione verso i deboli, i bambini che soffrono, che non hanno nessuno! Quanti SMS inviamo, ogni giorno, per delle cazzate (scusate) e ci trema la mano se dobbiamo donare un euro tramite SMS. Basta, non se ne può più. Basta con questa spazzatura!. Vogliamo programmi di contenuto, che sappiano portare alla luce i problemi e proporre le soluzioni. Il "si dovrebbe" o il "si potrebbe" non ci sta più bene! Vogliamo soluzioni! Vogliamo essere protagonisti della vita e non inerti spettatori che accettano supinamente chi, dall'alto dello scranno, condiziona e incanala le nostre vite in canoni che vanno a vantaggio di chi ha già tanto! Basta con gli spots pubblicitari che, magari, reclamizzano un marchio che, poi, si scopre essere la fonte di speculazioni a livello mondiale (la vicenda Tanzi-Parmalat insegna!) senza contare che, senza la pubblicità i prodotti costerebbero anche il 40% in meno! Fino ad un anno fa pagavo la somma di 24 euro al mese per una bambina che avevo adottato a distanza, una bambina colombiana. La banca, della quale ometto il nome volutamente, mi faceva pagare circa tre euro per ogni bonifico! Incredibile! Ho cambiato banca. Ma il bello è che, tempo dopo, l'ennesimo scandalo porta alla luce che, questi denari, destinati ad una associazione Onlus, benefica e senza scopo di lucro, in realtà finivano nelle tasche di qualche delinquente! E io avevo pagato per più di sei anni! E, sicuramente, qull'innocente bambina non ha mai avuto alcun beneficio! Che tristezza, che squallore! Ma possibile mai che possa esistere gente del genere! Chi di dovere deve intervenire, DEVE! Non possono restare in circolazione persone del genere che speculano sulla pelle dei meno fortunati! Devono essere puniti con punizioni esemplari, una volta per tutte! Comunque e fortunatamente ci sono anche persone esemplari a questo mondo. Conosco personalmente chi, avendo delle possibilità, è andato in Africa a costruire un ospedale portando personalmente i fondi! I buoni e leali non fanno mai notizia, purtroppo! In questo caso il male prevale e noi dobbiamo sovvertire questo andazzo! Per un futuro migliore che non ci condanni tutti all'impotenza e all'apatia! Ciao amici!

martedì 5 maggio 2009

A sessantanni non riesco ancora ad accettare questo mondo.........

Non potrò arrendermi mai! Come è possibile vivere in un mondo di superficialità come il nostro! Possibile mai che nessuno senta il grido d'aiuto che giunge da ogni parte! E' proprio vero: colui che si alza da tavola con il ventre pieno non può pensare a chi sta morendo di fame! Ma così dovrebbe essere! La soluzione per una vita migliore è alla portata di tutti. Dobbiamo solo convincerci che il nostro sistema di vita è profondamente sbagliato. E io sono il primo della lista. Dobbiamo abbandonare l'idea che tanto, a noi, non può "capitare", che "ci scansiamo un po più in la" che "chi se ne frega". Dobbiamo tornare indietro nel tempo. Amare veramente il nostro prossimo e far si che la nostra nicchia di vita comprenda "gli altri". I nostri pensieri devono coinvolgere altre persone. Dobbiamo essere consapevoli che la cura della malattia del nostro tempo non è "pensare solo a se stessi" ma, sempre e comunque, anche agli altri. A quelli meno fortunati, ai disperati, ai ragazzi che, già dalla tenera età, non hanno punti di riferimento, non hanno obbiettivi. Dobbiamo essere più buoni, più solidali, più comprensivi ed uscire allo scoperto. Non vergognarsi di sembrare deboli solo perchè si è più altruisti. Questo a tutti i livelli. Perchè dobbiamo unirci solo in momenti tragici e difficoltosi? Leggasi terremoto dell'Abruzzo. Tendiamo la mano allo sconosciuto che ha bisogno. Se chiede aiuto non lo farà certo per gioco! Pensiamo spesso ai bisognosi, ai malati, alle persone sole e agli anziani che rappresentano il nostro passato. I miei genitori, fin da piccolo, mi hanno insegnato il rispetto delle persone anziane. Oggi, agli occhi dei nostri ragazzi, questo può sembrare sciocco, banale. No, non è così! Le basi della nostra convivenza sociale stanno proprio in queste cose. Ancora oggi, a sessantanni, mi alzo e cedo il posto ad una donna o ad un "anziano". Me lo dice il cuore, la mia anima. E non mi sto ponendo quale esempio, intendiamoci. Ma, quando ne ho occasione, sono contento, mi sento meglio. Forse è stupido ma è così! Dedichiamo qualche ora del giorno o qualche minuto alla riflessione: facciamo un piccolo bilancio della nostra vita. Soffermiamoci a pensare cosa abbiamo nel sacco della nostra esistenza. Molte volte il nulla, solamente il nulla. Ed è veramente triste. Io non sono nè il buon samaritano nè il "bonaccione" del momento. Sono un uomo che vuole essere anche qualcosa di più, anche per gli altri. Via la politica e qualsiasi altro elemento "condizionante" dalla mia mente. Non ho nessun secondo fine con i miei scritti. Un obbiettivo mi pongo: smuovere dal torpore le coscienze di coloro che possono e non vogliono fare. Ciò in qualsiasi campo e a qualsiasi livello. Siamo stanchi di questo andazzo che ci condannerà tutti. Voglio notizie buone! E che prevalgano e cancellino le brutte! Voglio che il giorno nuovo porti nuova linfa di vita per coloro che non l'hanno mai avuta. Voglio che il "sistema" cambi, che sia più umanizzato, voglio vivere il giorno con il preziosismo dell'ultimo giorno di vita e voglio dire "salute" con il sorriso sulle labbra al mio sconosciuto prossimo che starnutisce! Chissà.........potrebbe essere l'inizio di una vita migliore......

domenica 26 aprile 2009

Qualcosa che avevo dimenticato..............

Cari amici,
qualcuno dei miei compagni del Corso VO 1966 sicuramente si riconoscerà in quello che sto per scrivere. Quando arrivai il 7 settembre 1966 a Mariscuole La Maddalena ero poco più che diciassettenne. Le Scuole "Domenico Bastianini" ospitavano gli allievi Meccanici (dei quali avrei fatto parte), gli allievi Motoristi e quindi, separati da noi, gli allievi Furieri contabili e Furieri sussistenza che noi chiamavamo "signorine". Per contro loro ci chiamavano "topi di fogna". Nella Scuola "Faravelli" che si trovava verso Caprera rispetto a noi, frequentavano i corsi gli allievi Nocchieri, Nocchieri di Porto e Palombari, se non ricordo male. Così, un paio di giorni dopo l'arrivo ci fu la "cerimonia" della vestizione. Ci consegnarono il corredo militare e consegnammo i nostri abiti civili. Così iniziava una nuova vita. Dura, molto dura per un ragazzo della mia età. La sera, a letto, pensavo ai miei genitori, così lontani. La tristezza e la nostalgia mi assalivano ma l'orgoglio prevaleva. Mai e poi mai sarei tornato sui miei passi. Avrei provato a quelli che dicevano che non avrei resistito, che si sbagliavano. Io avrei fatto quel percorso, in ogni caso. Quante lacrime ho versato! Era veramente dura. Il problema più grande era il cibo. Veramente schifoso! Pensate che nell'enorme cucina delle scuole troneggiava l'"Osso di Mammut". Chiamavamo così un osso gigantesco (doveva essere di un grosso bovino) che era stato appeso al soffitto della cucina tramite una catena appesa ad una carrucola, al di sopra di un "caldaio", una sorta di pentolone enorme dove comodamente potevano entrare quattro persone. Il caldaio veniva riempito d'acqua e, quindi, quando iniziava a bollire l'osso veniva calato nel pentolone per un certo tempo. Quello era il brodo! Ma il bello era che, una volta tirato su e raffreddatosi, l'osso si ricopriva di mosche fino a diventare nero! Era veramente uno schifo! Così era pronto per la volta successiva. Non è fantascienza ma la pura verità! In qull'anno di corso avevo fatto l'abbonamento con lo spaccio. Mi nutrivo di biscotti e, quando me lo potevo permettere, andavo a mangiare fuori. Una pizza, un panino e, a volte, un ristorante modesto. La libera uscita, se si era meritevoli, poteva esserci il giovedì, il sabato e la domenica. La Maddalena non offriva granchè.Potevamo permetterici una passeggiatina, un bagno nello splendido mare ma niente di più. D'inverno poi era un mortorio. Alle scuole la vita era la classica di un istituto militare: Sveglia all'alba, assemblea nel piazzale e appello, un'ora di ginnastica, doccia, vestizione e, di corsa,a colazione. Alle otto in punto iniziavano le lezioni per coloro che non erano comandati di altri servizi: guardie, le più disparate, pulizie etc.. etc.. Le lezioni terminavano all'una. Quindi di nuovo assemblea, appello e poi a pranzo, per chi riusciva a mangiare quella schifezza. Dopo pranzo si tornava in classe per lo studio obbligatorio fino alle 16,30. Fortunatamente a luglio dell'anno successivo il corso era terminato e lasciavamo l'isola. Qualcuno sarebbe tornato, molti avrebbero scelto altre strade. Io ero stato destinato ad imbarcare sul CASTORE a La Spezia il 21 agosto del 1967. Credevo di aver lasciato un brutto posto ma, l'inferno stava per iniziare...........

domenica 19 aprile 2009

Con la mia firma avevo "regalato" sei anni della mia vita alla Marina Militare. Questo era il periodo minimo di ferma volontaria. alla fine dei sei anni ero un giovane sergente (il grado dovevi guadagnartelo con le giuste "note caratteristiche", in altre parole dovevi essere idoneo sotto ogni profilo)che doveva prendere una decisione: congedarsi o rimanere! Certo che con sei anni(circa) d'inferno alle spalle la mia decisione era tutta orientata al congedo. Mi ripetevo che mai più avrei vissuto una tale esperienza, mai più. Ma qualcuno, più furbo, aveva già previsto tutto! Otto mesi prima dello scadere dei sei anni fui sbarcato dal Castore e inviato alla frequenza di un "Corso Antincendio" presso la Scuola Centrale Antincendi del Ministero dell'Interno a Roma. Quindi, dopo tre mesi di corso fui destinato alla base di elicotteri di Luni, vicino a Sarzana, meglio conosciuta come "Maristaeli Luni". Credevo di toccare il cielo con un dito. Era un sogno o era vero? Vero, era vero. Non più puzzolenti caldaie e nafta pesante, non più pavimento instabile e ferro in ogni dove e non più.......amianto! A Luni si respirava un'aria di beatitudine. Piste di volo circondate dal verde, belle infrastrutture, logistica eccellente etc.etc. Certo, qualche fetente gravitava anche in loco. Ma si sa, dalla vita non si può avere tutto. Così arriva il momento della grande decisione: vado o resto? Resto, resto. E giù un'altra firma (che, nonostante tutto non mi sono mai pentito di aver messo). Così si riparte. Nel frattempo qualcosa stava succedendo. Le lunghe ore passate in locale caldaie sul Castore avevano lasciato il segno. Un'otite, fino allora leggera, comincio a riacutizzarsi. Nel frattempo mi trovavo già a La Maddalena, in Sardegna dove dovevo frequentare il corso "IGP" (Istruzione Generale Professionale)e, quindi, dovevo studiare sodo. Mi si stava gonfiando la parte destra del viso. Il mio capo inquadratore (colui che curava sotto l'aspetto disciplinare e generale un gruppo di allievi, in genere 20) appena mi vide, quel mattino di sabato dell'ottobre 1972 mi spedì subito in infermeria. Il medico di turno mi fece ricoverare presso "Marinferm La Maddalena". Per coloro che non sono avezzi a certi termini spiego: un "marinferm" è poco più di un grande ambulatorio, una sorta di piccolo ospedale. Questo, in particolare, era gestito da suore. Iniziavano i guai. Quando, accompagnato dall'ambulanza, arrivai sul posto (marinferm La Maddalena) non c'era nessuno. Era sabato e ognuno pensava ai fatti suoi. Non ci si poteva ammalare di sabato! Così, scaricato dall'ambulanza che se ne tornò indietro da dove era venuta, mi sedetti nell'atrio in attesa, con la faccia gonfia e il mio borsone pieno di libri (volevo studiare e non perdere il corso). Ad un tratto arrivò una vecchia (ma veramente vecchia) suora che mi chiese cosa facessi li seduto. Così gli mostrai il viso gonfio e gli dissi che ero stato ricoverato in quel luogo mostrandogli la relativa documentazione. Per tutta risposta mi mollò un ceffone proprio sulla parte gonfia del viso, facendomi vacillare. Mi gridò a mò di strega che il sabato non era giorno di ricovero, che avrei rubato il pane agli altri ricoverati(?). Non so come mi trattenni! Pensai:"ora la prendo per il collo e la strozzo"!. Fortunatamente, attirato dalle urla dell'isterica e arteriosclerotica vecchia suora, arrivò l'ufficiale di guardia che, chieste spiegazioni, congedò la suora dicendomi d'aver pazienza. Chiesi all'ufficiale di chiamarmi un taxi perchè non intendevo restare lì un minuto di più. Volevo essere ricoverato all'ospedale civile di La Maddalena. In qualità di sottufficiale ero assistito dall'ENPAS e, quindi, potevo fruire dell'assistenza pubblica. Così fui ricoverato all'ospedale civile e, dopo un mese di intense cure, tornai alle Scuole CEMM (Corpi Equipaggi Militari Marittimi). Il corso andò benissimo. Diedi gli esami e, avendo ottenuto ottimi voti che mi classificarono tra i primi cinque del corso, mi venne offerta la possibilità di scegliere la destinazione. La mia scelta fu l'Incrociatore Lanciamissili Andra Doria di base a La Spezia. Sarei imbarcato il 15 luglio 1973......ma questa storia la racconterò in seguito.

mercoledì 8 aprile 2009

Qualcuno, forse per interesse, mi accuserà di protagonismo o vittimismo. Niente di tutto questo. Quando certe verità non si vogliono udire si cerca di coprirle con uno strato di illazioni, per usare un termine gentile. Ma qui qualcosa è già stato coperto: sono i morti! Pedine inconsapevoli facenti parte di un sistema che serviva soltanto ad alcuni, a costruire carriere sfavillanti colme di medaglie e riconoscimenti, di belle parole, di sfarzose cerimonie e di fanfare mentre, i veri protagonisti, lavoravano dietro le quinte respirando amianto e liquidi maleodoranti. Oltre il danno, la beffa! Ho sempre sentito dire da amici o conoscenti:" voi siete dei privilegiati, buon stipendio, bella divisa, sempre puliti, in ordine". Se avessero saputo cosa si nascondeva dietro qull'apparenza di "agiatezza" : umiliazioni di ogni genere, senza alcuna tutela. Chi era al comando poteva disporre di noi praticamente al cento per cento. Ricordo un BASTARDO( lasciatemi passare questo aggettivo perchè, l'interessato, se lo merita tutto)che poi era il mio capo macchinista in locale "macchine di prora" dove regolarmente facevo i miei turni di guardia in navigazione e che, al rientro in porto e con i macchinari, le tubazioni e quant'altro bollenti mi costringeva ad infilarmi in sentina (la parte più bassa di una nave dove si raccoglie di tutto, acqua sporca, olii, nafta etc. etc.) facendo la biscia per andare a pulire. Ogni volta mi ustionavo in varie parti del corpo e, purtroppo, non potevo lamentarmi con nessuno: se lo avessi fatto per me sarebbe stata la fine di ogni prospettiva. Questo psicopatico bastardo era un sardo (non ho assolutamente nulla contro gli amici sardi)del quale ometto il nome perchè potrebbe essere morto, magari all'inferno! Ricorderò per sempre quei sei anni trascorsi a bordo della Fregata (o fregatura?) Castore proprio grazie a questo bastardo. Spero legga queste parole e si riconosca! Ero ormai arrivato al limite della umana sopportazione, non sapevo più cosa fare e così, disperato, ricevuto l'ennesimo ordine di pulire la sentina, presi una bottiglia di whisky, mi infilai sotto il gruppo turbo riduttore delle turbine, nel punto più basso e quasi inaccessibile e cominciai a bere, a bere (pensate che, ancora oggi, sono praticamente astemio). Persi i sensi. Non so come riuscirono a trovarmi. So che mi risvegliai tre giorni dopo all'ospedale militare della Spezia. Ero stato in pericolo di vita. Mi venne a trovare il comandante che, per questa vicenda rischiava un'inchiesta e la carriera, volle sapere il perchè di quel tragico gesto. Spiegai, con grande timore, le mie ragioni e fortunatamente, fui ascoltato. Il bastardo fu sbarcato di lì a breve e, viva Dio, non lo rividi mai più. Quando tutto ciò accadeva avevo solo 18 anni! A distanza di tanti anni (42) è ancora vivo in me il ricordo di ciò che vi ho svelato. Sento ancora sulla mia pelle il dolore di quelle bruciature e, testimoni silenziose, alcune cicatrici sono ancora su di me, fedeli compagne di una vita a volte invivibile. Mi costa fatica parlare di queste cose. Sono troppo personali, troppo intime. Nemmeno mia moglie o i miei figli ne sono a conoscenza. Non so cosa potrebbero pensare. Spero non leggano mai queste parole.
Pietro Serarcangeli

lunedì 6 aprile 2009

Quanto possiamo ancora sopportare?

Dopo aver speso la propria vita dedicandosi ad un lavoro (qualunque esso sia stato) per dare alla propria famiglia, ai propri cari, un'esistenza dignitosa, che permettesse di trascorrere una vita degna di questo nome ti ritrovi, di punto in bianco, con un verdetto di colpevolezza e di morte in mano: DI COLPEVOLEZZA perchè, da ragazzo (io avevo 16 anni o poco più) decisi, su consiglio di certi amici di famiglia, di intraprendere la vita militare e, questo, ha fatto di me un colpevole tant'è che sono considerato "diverso" da come sarei potuto essere. Fu una decisione presa sulla base della maturità di quell'età e cioè scarsa. Ma, anche allora come oggi, il lavoro scarseggiava. Studiavo all'istituto elettrotecnico "E.Fermi" e pensavo che, quel diploma, potesse garantirmi un'occupazione. No, non era così. Da qui la decisione che mi avrebbe fatto trascorrere in Marina una lunga fetta di vita. Pesante, sia dal punto di vista lavorativo che psicologico. Una vita che non ti lasciava possibilità di programmare un futuro, una tua vita privata. Oggi eri qui e domani là. Dopodomani chissà. E poi il lavoro: buttato nelle viscere della nave, davanti a una caldaia bollente e puzzolente di nafta pesante, a 60°C di calore (d'inverno) dove, a causa del mare in burrasca e del puzzo, buttavi fuori quello che nello stomaco non avevi, buttavi fuori l'anima. E, senza saperlo, respiravi IL NEMICO!Da qui il verdetto di MORTE! L'amianto era in ogni dove. Tubi di ogni dimensione ne erano rivestiti. Le vibrazioni degli organi meccanici si trasmettevano ad essi che, a loro volta, rilasciavano la maledetta polvere che iniziava a ficcarsi e a minarti i polmoni. Se solo avessi saputo! Oggi quella mia scelta è diventata un sinonimo di colpevolezza: "e chi ti ha detto di fare il militare?" E' vero, sono colpevole! Lo sono forse come il ferroviere o il muratore che montava i tetti in eternit o all'operaio che estraeva amianto dalle viscere della terra. Tutti colpevoli alla stessa maniera e con lo stesso verdetto di morte in mano. Perchè, cari amici, l'amianto, non facciamoci illusioni, non lascia scampo! E' una bomba a tempo! Sei già morto anche se cammini ancora! E sei morto anzi, torturato, perchè il tarlo ti è entrato nel cervello e non ti molla più. Cerchi di non pensare e poi, come una mano invisibile che ti afferri, sei di nuovo li a pensare. Io lo faccio più volte al giorno, anche mentre sono al lavoro ma, purtroppo, il momento peggiore arriva la notte: mentre sei li che tenti di prender sonno la mente vaga e torna al passato e lo collega al presente e tu sbarri gli occhi e ti domandi:"perchè proprio a me?" E la vita non è più vita e allora ti circolano nella mente pensieri lugubri che tenti di scacciare e non ci riesci perchè la mano invisibile è sempre lì che non ti concede un attimo di tregua. Quanto, quanto a lungo questo calvario? Giorni, anni? Quanto a lungo dovrò ancora gridare la mia disperazione che non giungerà mai a coloro che mi hanno messo in queste condizioni e, come me, centinaia di miei ex colleghi partiti per un viaggio senza ritorno. L'ultimo! Silenziosi protagonisti di una tragedia che lo Stato vuole fortemente ignorare. Loro sono andati via con dignità, con doverosa compostezza come, durante la Loro carriera militare, era stato Loro insegnato: niente proteste, niente ribellioni, solo il dovere! E Loro hanno obbedito fino in fondo, con dignità lasciando nel dolore e nello sconforto figli e mogli dignitosi. Di tutta questa tragedia parlerò ancora a lungo. Conoscerete particolari che vi faranno gridare, increduli, allo scandalo!
Pietro Serarcangeli

domenica 5 aprile 2009

Perchè tanta ingiustizia?

Cari amici,
oggi a 59 anni suonati sono qui a pormi una domanda: perchè tanta ingiustizia? Perchè vengono sistematicamente calpestati i diritti di coloro che li hanno conquistati a prezzo di pesanti sacrifici? Perchè tanta discriminazione proprio da coloro che si riempiono la bocca di belle parole, che professano e auspicano la pace e poi...................... sono proprio i primi a fare esattamente il contrario. Io sono un APOLITICO. La mia dottrina è: rispettare tutti e tutto per essere rispettato. Io credo nel prossimo, nella solidarietà e nella bontà dell'essere umano. Questa, a mio credo, è la strada giusta per un mondo migliore. Un giorno scriverò la mia storia qui, su questo blog. Una storia semplice di un uomo semplice, senza altisonanze ne protagonismi fuori luogo; sarà un racconto vero di una vita vera e quello che scriverò forse a qualcuno non piacerà, anzi darà proprio fastidio.Un giorno scriverò di mare e di uomini e di sentimenti e di sofferenze..........a presto!
Pietro Serarcangeli