mercoledì 30 dicembre 2009

Un grande campione di sci..... Zeno Colò



Salve cari amici,
vi domanderete cosa centra Zeno Colò con un blog chiamato "combatto per i deboli". Vero fino a un certo punto. Non centra proprio nulla ma potrebbe entrarci, per qualche verso. Zeno era un Uomo forte, vigoroso, potente come solo un Campione genuino può esserlo. Ma, al contrario di quello che si è portati a pensare, Zeno è stato, nel corso della Sua vita, un perseguitato. Quindi un "debole" sotto certi aspetti. Credetemi, è la verità. Zeno era, nella Sua epoca, il più forte sciatore in assoluto. Specialista in tutte le discipline, Lui non aveva esitazioni. Più ardua era l'impresa e più la gara lo attirava. Era un Campione puro dotato di una potenza fisica eccezionale e che, non avendo praticamente rivali in quel tempo, dava fastidio. Nel senso che all'inizio di ogni gara il risultato era scontato. Zeno era quasi sempre il vincitore. Bisognava trovare il mezzo per "toglierlo" di torno. Una nota casa di articoli sportivi Gli chiese se poteva dare il Suo nome ad una serie di giacche a vento. Zeno non ci trovò nulla di male e acconsentì (senza percepire una lira di compenso). Così la nota casa (della quale ometto il nome per ovvi motivi) lanciò sul mercato la giacca a vento "serie Zeno Colò". Quale migliore occasione! La FISI non aspettava altro. Accusò Zeno di "professionismo" e lo squalificò dalle competizioni. Pensate che colpo per Colò: era reduce dalla vittoria dei campionati del mondo del 1950 (due oro e un argento)ad Aspen- Colorado- Usa e dalle Olimpiadi del 1952 ad Oslo - Norvegia dove vinse la medaglia d'oro nella discesa olimpica. Zeno non poteva credere a quello che gli stava accadendo. Si ritirò all'Abetone, Suo paese natale che adorava e riprese la Sua vita fatta di cose semplici, come era egli stesso. Nel 1954 partecipò come apripista ai mondiali di Are e il Suo tempo fu il secondo migliore assoluto. Nel 1956 partecipò alle Olimpiadi di Cortina come semplice tedoforo. Zeno cercò in tutti i modi la riabilitazione da parte della FISI ma ogni tentativo fallì, nonostante le proteste dell'opinione pubblica italiana. Finita la Sua carriera agonistica Colò si dedico all'attività di maestro di sci e al Suo amato Abetone. Si adoperò per lo sviluppo del comprensorio sportivo tracciando nuove piste e per la costruzione del più grande impianto di risalita dell'Abetone. La famosa "ovovia" per la quale fu, ingiustamente, sottoposto a processo per una denuncia di "Italia Nostra" e per la quale subì due processi dai quali usci comunque a testa alta. Io ho conosciuto personalmente e profondamente Zeno Colò e, vi posso assicurare che, oltre ad essere un Campione nello sport, lo era molto di più nella vita. Zeno era l'onestà fatta persona. Dotato di una naturale semplicità d'animo, non ha mai anteposto o tratto vantaggio dai suoi meriti sportivi, Zeno Colò era un UOMO VERO. Un mito al quale fare riferimento sempre e dal quale trarre insegnamento. Zeno scomparve il 12 maggio del 1993 per un male incurabile. Oggi riposa nel cimitero dell'Abetone in una semplicissima tomba (vedi foto). Ripeto, ho avuto l'onore, il grande onore di conoscerlo e Lui ha saputo insegnarmi non lo sci ma qualcosa di molto più importante: il vero senso dell'essere umano, il vero senso della vita. E, per tale motivo, a tanti anni dalla Sua morte, io lo ringrazio infinitamente del dono che mi ha fatto. Grazie Zeno, grazie Campione nello sport e nella vita! Grazie.
Pietro Serarcangeli

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